domenica 7 marzo 2010

8 marzo, una festa morta?

Decreto d’urgenza, urgenza democratica!



Alla fine il decreto è arrivato. Dopo un brevissimo “notturno” Consiglio dei Ministri- è iniziato dopo le 21:00 e alle 21:45 tutto era già stato approvato - in una Roma fredda e piovosa. «Speriamo di poter ritornare a dare diritto di voto ai nostri elettori del Lazio e della Lombardia», aveva detto Berlusconi prima di entrare. Detto fatto, il "decreto interpretativo" è arrivato. Le righe che segnano la fine della cara Democrazia Parlamentare Italiana, prevedono (articolo 1) che «il diritto all'elettorato attivo e passivo sia preminente rispetto alle formalità», per poi stabilire (articolo 2) che ci sono 24 ore di tempo, a partire dall'accettazione delle liste, per sanare le eventuali questioni di irregolarità formale. Una norma transitoria stabilirebbe che - solo ed unicamente per quanto riguarda le elezioni regionali che si terranno in Lazio e Lombardia - lo start delle 24 ore sia da intendersi non dal momento di accettazione delle liste, ma da quello di attuazione del decreto. Infine, nell'articolo 3 si stabilisce che con ogni mezzo di prova si potrà dimostrare di essere stati presenti nell'ufficio competente al momento della chiusura della presentazione delle liste.
Firma Lesta Napolitano (speriamo che dopo questi mirabolanti provvedimenti non ci accuseranno di vilipendio alla Repubblica) ha infine emanato il decreto legge finalizzato ad una rapida e certa definizione delle modalità di svolgimento della consultazione elettorale, una volta verificato che il testo approvato dal Consiglio dei ministri “corrispondeva alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.”
Lasciamo ancora una volta commenti e libere imprecazioni ai lettori.

I Giovani Comunisti, presidiano da stamane le Prefetture di tutta Italia, contro quello che ai nostri occhi appare come l’ultimo colpo di vanga inflitto alla Democrazia Italiana. Siamo certi che per quest’omicidio nessun uomo verrà processato, né meno ancora condannato.Ma essere partigiani è oggi un compito che ci impone di opporci con tutte le forze ai delitti di chi quotidianamente lavora per distruggere la nostra libertà di cittadini.

Se l’apologia del Fascismo è ancora un reato, ci sentiamo di accusare pubblicamente questo Governo ed il suo decreto.

sabato 6 marzo 2010

sLeghiamoci dal Razzismo


In Italia ci sono 4 milioni di cittadini stranieri, che lavorano (contribuendo per il 9% del pil nazionale), pagano le tasse, finanziando le pensioni dei nostri anziani e la cassa integrazione dei lavoratori italiani, e mandano a scuola i loro figli, che costruiscono con i figli degli italiani la nuova generazione del futuro.

Anche l’Italia ha conosciuto il fenomeno dell’emigrazione, come la fuga dei cittadini del Sud Italia dal meridione verso i poli industriali del nord, subendo le peggiori vessazioni (ricordiamo i cartelli con su scritto “qui non si affitta ai meridionali”), oppure le migrazioni dei nostri nonni nelle Americhe e negli altri paesi europei, ricevendo in cambio maltrattamenti e angherie (come dimenticare negli Usa la ”caccia all’italiano” sporco, che ruba e portato etnicamente alla delinquenza). Quindi gli italiani, più di qualsiasi altro, dovrebbero sapere cosa si prova ad essere discriminati ed emarginati; ma nonostante ciò il governo italiano vara misure legislative, come le leggi sulla sicurezza, che non hanno niente da invidiare alle leggi razziali del ’38. Misure che impongono l’obbligo di denuncia dei clandestini nelle scuole e negli ospedali, che vietano di contrarre matrimonio fra italiani e clandestini o che impediscono ai genitori non in regola di registrare i loro figli all’anagrafe. La questione dell’immigrazione viene affrontata come problema di ordine pubblico, con la criminalizzazione di persone colpevoli di non avere un pezzo di carta e con il non riconoscimento di diritti fondamentali e universali, come la legge sul welfare del governo regionale che limita l’accesso ai servizi sanitari solo ai cittadini comunitari residenti sul territorio da almeno 36 mesi (quindi paradossalmente cittadini veneti “padani” residenti da meno tempo non avrebbero diritto ai servizi). A tutto questo si aggiunge il clima di odio etnico e l’incitamento alla violenza da parte della lega nord, partito di governo, con proposte scellerate come l’idea del ministro degli Interni di prendere le impronte digitali ai bambini rom o l’intenzione (poi smentita) del sindaco di Azzano X di registrare gli immigrati di religione islamica. Proposte che richiamano da lontano ideologie criminali sconfitte dalla storia. Ma la risposta della cittadinanza non si è fatta attendere, mostrando di non essere assopita all’indifferenza o di essere succube del razzismo istituzionale; ne sono dimostrazione la grande manifestazione del 17 ottobre a Roma e le più recenti iniziative del Primo Marzo in tutta Italia, rilevando la vera faccia di un Italia ancora solidale con i più deboli e gli oppressi. La bellissima piazza XX settembre di Pordenone ci ha mostrato una piazza colorata, multietnica e multiculturale (quale è l’Italia), che fa dello scambio di idee un valore. Come gli ultimi fatti di cronaca ci insegnano, da Rosarno a Castel Volturno, gli immigrati sono l’unica realtà sociale, che vessata e distrutta dalle mafie del Meridione ha la forza di ribellarsi, organizzarsi e rialzare la testa; qui nel nord Italia la presenza dei migranti nelle fabbriche va a rinfoltire le organizzazioni sindacali e di lotta, contribuendo così ad una migliore rivendicazione dei diritti di tutti.

Le loro lotte sono anche le nostre, abbattiamo alla radice il cancro del razzismo e della discriminazione, Opponiamo alle divisioni che vogliono creare all’interno della società, alla guerra tra i poveri, un unione , per diventare tutti noi più forti e decisi a cambiare il nostro futuro

MAI COME VOI! (6 Marzo)




Non contate sul nostro silenzio ma solo sulla nostra rabbia

PERCHÉ GIOVANI COMUNISTI

A differenza di quanto i pregiudizi mediatici ci insegnano, essere comunisti nel 2010 ha ancora senso; Noi giovani comunisti di Pordenone lo dimostriamo.

Il comunismo nasce come critica alla società capitalista, basata sulle ineguaglianze sociali, sullo sfruttamento e sul profitto e sul guadagno di pochi, noi siamo della idea che ancora oggi ci sia bisogno di una alternativa radicale di sistema.

Non siamo un gruppo di nostalgici, ma dei giovani consapevoli, che vivono la città e ne segnalano le contraddizioni ed i limiti, cercando incessantemente di cambiare lo stato di cose presenti, in modo di trasformare radicalmente la provincia in cui viviamo.

PERCHÉ IL PARTITO

Critichiamo con convinzione il clima antipolitico ed antipartitico che si respira quest’oggi in Italia.

Per quanto sia vero che i principali partiti si basino su logiche di opportunismo e di clientelismo(come il PDL e il PD) è, a nostro avviso, giusto non generalizzare il tutto.

Bisogna ritornare a creare reali partiti di massa, costituiti da persone oneste che si basano sull’apportare un vento di cambiamento alla società.

E’ necessario riappropriarsi dei partiti in quanto , a differenza di un movimento, non si basano su spinte dovute all’attualità, ma permangono nel tempo, si organizzano in maniera migliore, consentono un rapporto migliore con le istituzioni e non sono monotematici ma affrontano ogni situazione con un punto di vista collettivo, in modo da rispondere più proficuamente alle esigenze di tutti i cittadini.

COME AGIRE A PORDENONE

Scuola: Vogliamo riaffermare la centralità degli studenti all'interno della vita scolastica e della vita pubblica, vogliamo rivendicare il diritto allo studio, rifiutiamo completamente la (Contro)Riforma Gelmini, intendiamo sconfiggere l'apatia che aleggia all'interno degli istituti della provincia pordenonese appoggiando le forme di protesta individuali e collettive che si affermano nei vari istituti il tutto cercando di unire le lotte e le proteste dei lavoratori della scuola e dei genitori, e quindi non solo giovanili.

Spazi sociali: Pordenone è una città che manca di spazi di aggregazione giovanile fruibili gratuitamente, o quasi; chi vive questa città ha bisogno di luoghi laici ed aperti e non contaminati dalla cultura del bar, siamo stufi di vedere le nostre piazze principali, non come luogo di socialità, ma solo di commercio e profitto, ormai più paragonabili ad un atrio di un centro commerciale che a luoghi di espressione giovanile.

Antifascismo ed Antirazzismo: La discriminazione razziale e la xenofobia sono portate avanti dalla destra neofascista(Forza Nuova, Casapound) ed anche da quella reazionaria ed istituzionale(Lega Nord in primis).

Come Giovani Comunisti ci facciamo portatori dei valori antifascisti della Costituzione Italiana, nata sulle montagne di questo Paese dalla Resistenza Partigiana, e lottiamo per l’uguaglianza, la libertà , la convivenza civile ed i diritti per tutti/e senza distinzione di razza, genere, religione, appartenenze sociali e politiche, contro la politica della paura, della diffamazione e della repressione del dissenso portata avanti in questo paese.

La nostra prerogativa sarà quindi la presenza costante e fisica all'interno della politica e della vita pubblica cittadina, con una maggiore attenzione alle tematiche giovanili e studentesche, cercando di proporre sempre e comunque l'ideale comunista di radicale trasformazione dello stato di cose presenti e di lottare per risolvere i vari problemi che coinvolgono da vicino la nostra realtà provinciale

«Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.»



SLEGHIAMOCI DAL RAZZISMO!