mercoledì 25 novembre 2009

NO BERLUSCONI DAY


La Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista di Pordenone organizza una corriera per il NoBerlusconiDay che si terrà a Roma in data 5 dicembre 2009.

La corriera è gratuita(chi vuole può fare una sottoscrizione per i costi).
Per info e prenotazioni contattare al più presto:

Michele 338/4475550
Gianluca 392/9833644
giovanicomunisti.pn@gmail.com

martedì 10 novembre 2009

Comunicato Nazionale contro la chiusura del Rototom Sunsplash

Le Giovani Comuniste e Comunisti esprimono la loro solidarietà e vicinanza agli organizzatori e a tutto il popolo colorato del Rototom Sunsplash colpito dall’ennesimo atto di censura e di limitazione della Libertà di espressione.
Il presidente dell’associazione culturale organizzatrice del festival è stato indagato per “aver agevolato l’uso di cannabis” (per il solo fatto che "le suggestioni culturali del reggae" portano il suo pubblico a fumare), pertanto gli organizzatori sono stati costretti a spostare in altra sede il Festival che, da ormai 11 anni, risiedeva ad Osoppo, in provincia di Udine.
Le motivazioni addotte, aggiunte alla continua e perenne criminalizzazione operata dalla giunta friulana di centro-destra, creano un pericoloso precedente. Si chiama in causa l’articolo 79 della legge “Fini-Giovanardi” per indagare il Sunsplash (una legge, tra l'altro, che ha creato quell'humus di criminalizzazione e repressione che ha ucciso Stefano Cucchi e riempito le carceri di tossicodipendenti): il reggae, la sua cultura ed i suoi luoghi di diffusione ed espressione incoraggerebbero l’uso di sostanzestupefacenti.
Quindi non solo l’Italia ed il Friuli perdono un’importante festival internazionale di musica e cultura, animato da migliaia di giovani e con una straordinaria partecipazione della comunità migrante, ma in questo modo si fa avanti un modello di “controllo” delle culture, di vera e propria repressione di ciò che viene considerato “fuori dalla norma”. Per questo motivo appoggiamo e sosteniamo la manifestazione di venerdì a Udine in difesa di tutti gli spazi sociali di cultura critica edalternativa, in difesa della Libertà di espressione e per un rilancio serio della lotta contro il proibizionismo e la censura.
Ci auguriamo, infine, che il Sunsplash torni presto in Italia e in Friuli. Non processate Bob Marley!

giovedì 17 settembre 2009

17 settembre 2009


LA VOSTRA CRISI E’ LA FINE DEI NOSTRI SOGNI.

Crisi economica: per banche e industriali aiuti di Stato a pioggia, per studenti e lavoratori sacrifici e licenziamenti! La crisi, al contrario di quanto ci dice Berlusconi, è appena iniziata. Da settembre decine di migliaia di lavoratori hanno finito la cassaintegrazione, centinaia di migliaia sono le lavoratrici e i lavoratori già senza lavoro. Nel frattempo, restano invisibili i precari e tutti coloro i quali, con un contratto a tempo determinato, sono rimasti per primi a casa. Quale futuro possiamo avere senza la certezza di un lavoro e di un reddito?

Tagli all’istruzione pubblica e alla ricerca: tagliano come mai nella storia repubblicana e parlano di riforme. Da Moratti a Gelmini (e prima Berlinguer, Zecchino, De Mauro…) scuole e Università sono sotto costante attacco. L’obiettivo è un’istruzione per ricchi e una ricerca sempre più vincolata agli interessi dei privati. Chiediamo dignità per ricercatori, insegnanti e studenti. Vogliamo un’istruzione che cresca cittadini e non sudditi del mercato.

Crisi democratica: imbavagliano la stampa libera, soggiogano il Parlamento, attaccano il sindacato e il ruolo delle organizzazioni democratiche, promulgano le nuove leggi “razziali”. C’è un fascismo strisciante al quale le nostre coscienze devono ribellarsi. Qui e ora. Lottiamo per la democrazia dal basso, per la libertà di movimento e di parola, contro la repressione, a fianco del popolo migrante.

Le nostre lotte devono unirsi, perché l’obiettivo è il medesimo. Sconfiggere politicamente e culturalmente il governo Berlusconi, Confindustria, la crisi, i tagli all’istruzione, il razzismo di Stato.

Vogliamo tornare padroni del nostro destino, liberi di sognare un futuro diverso.

E’ ORA DI USCIRE A RIVEDER LE STELLE.

giovedì 10 settembre 2009

NUCLEARE? NO GRAZIE


Follia nucleare, ci risiamo. Il governo ha compiuto l’ennesima vergognosa scelta che ci fa precipitare indietro di vent’anni. Con il via libera definitivo del Senato al ddl Sviluppo, con cui si sancisce il ritorno al nucleare del nostro Paese, è stato fatto un altro spaventoso passo indietro, un segnale in controtendenza rispetto a quando stanno facendo in molti altri Paesi. La scelta nucleare contraddice gli impegni europei e il referendum POPOLARE del 1987.
Innanzitutto va chiarito che il nucleare è molto più costoso dell’investimento su altre fonti energetiche. Le riserve di combustibile nucleare NON SONO ILLIMITATE.
Inoltre, nel computo dei costi non si comprende l’onere dello smantellamento e stoccaggio dei materiali radioattivi rinvenuti nelle centrali nucleari una volta in disuso. A tutt’oggi sono ancora presenti sul nostro territorio centrali nucleari in disuso da oltre vent’anni, che non si è stati ancora in grado di smantellare e stoccare in sicurezza.
Altro problema, l’Italia, sembra strano che ci sia bisogno di ricordarlo, è un territorio altamente sismico e quindi per niente adatto a tale tipologia di impianti. Immaginate una scossa come quella recente in Abruzzo che danni avrebbe potuto fare in una centrale nucleare.
Altra cosa vergognosa, visto che la delega prevede la possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione, avverrà che, in nome e per conto di ben determinati interessi, si MILITARIZZERANNO interi territori e si cercherà di porre fine con la REPRESSIONE a legittime e DEMOCRATICHE proteste.
Cosi come nel 1987 si pose fine alla sciagurata esperienza nucleare con una grande mobilitazione popolare e di massa, anche oggi occorre RICOSTRUIRE un movimento di tale portata per gridare con forza” NO, GRAZIE” e passare all’offensiva proponendo un NUOVO MODELLO ENERGETICO, che si fondi sulle RINNOVABILI, energie pulite, da cui potranno scaturire anche nuove possibilità occasionali, e che sia anche un nuovo modello di società..

RINNOVIAMOCI DAL NUCLEARE

venerdì 4 settembre 2009

Da Collettivo a Partito: L'evoluzione politica della lotta giovanile


di Diletta Martin, Gianluca Giannetto


Essere comunisti nel Nord-Est non è mai stato facile. Dapprima terra bianca e bigotta con la Democrazia Cristiana, ed ora verde e xenofoba con la Lega Nord. Ed è difficile soprattutto a Pordenone, città in cui la Lega Nord è al 27% ed il PRC non arriva nemmeno al 2% .
Il nostro percorso è quindi cominciato all'interno di una città storicamente di destra, dove il movimento giovanile è sempre esistito a sprazzi e sempre in funzione antagonista e poco costruttiva, come nel caso del movimento anti-Moratti di qualche anno fa.
In modo simile agli ultimi gruppi, nel novembre 2008, nacque il collettivo studentesco AUT-PN, sempre in posizione antagonista (no-Gelmini), ma con l'idea di non limitarsi a questo e di costruire un qualcosa in più contro passività e qualunquismo che attanagliano il mondo giovanile. Nonostante beneficiassimo ancora dell'ultima spinta del movimento nazionale contro la riforma Gelmini, abbiamo cercato di costruire in prima istanza un gruppo pluralista non omogeneo, con una sola linea guida: l'antifascismo. A seguire, sono state organizzate le prime manifestazioni (la prima in assoluto, quella realizzata in solidarietà al popolo Palestinese durante il conflitto nella striscia di Gaza), poi alcune fatte per i vari disservizi scolastici della Provincia, e l'ultima in ordine cronologico il "Social Lab","laboratorio sociale", ovvero la riappropriazione virtuale degli spazi sociali pubblici che sono assolutamente inesistenti nel nostro comune.
Questo percorso di autoformazione ha portato al convincimento della parte comunista del collettivo che era nostro dovere riappropriarci dell'organizzazione dei/delle Giovani Comunisti/e in quanto strumento più adeguato al nostro progetto di lotta e rivendicazione politica: da quella sugli spazi sociali, poiché permette un rapporto più proficuo con le istituzioni, al carattere più generale delle rivendicazioni, perché consente di spaziare su argomenti che un collettivo di studenti medi ha difficoltà ad affrontare. Pensiamo che il compito dei Gc nella nostra città, sia anche quello di rilanciare il pensiero e la pratica comunista tra i giovani di Pordenone, dato che dopo anni di carente ed assolutamente inadeguata gestione dell'organizzazione, il nome dei giovani comunisti in città era sconosciuto, anche per coloro che manifestavano interesse nei confronti del progetto, lasciando quindi i ragazzi o in mano alla destra o senza alcuna visione alternativa, progressista e comunista. Inoltre il nostro ingresso nei Gc ci permette di partecipare sia al rilancio del Partito della Rifondazione Comunista, soprattutto dopo la svolta a sinistra sancita al congresso di Chianciano, sia a quello dei Gc nazionali dopo anni di devastante gestione dell'organizzazione giovanile.
La nostra prerogativa sarà quindi la presenza costante e fisica all'interno della politica e della vita pubblica cittadina, con una maggiore attenzione alle tematiche giovanili e studentesche, cercando di proporre sempre e comunque l'ideale comunista di radicale trasformazione dello stato di cose presenti e di lottare per risolvere i vari problemi che coinvolgono da vicino la nostra realtà provincial
e.

NO AL GOLPE MILITARE IN HONDURAS!



Il Condor vola sull’Honduras…
… e parla italiano!


Si chiama Roberto Micheletti il caudillo di origini bergamasche che sta comandando la giunta golpista in Honduras. Ma non è il solo “tano” a terrorizzare il piccolo stato centro americano. Uno dei registi del colpo di Stato di Tegucigalpa dello scorso 28 giugno è Adolfo Facusse, presidente dell’associazione nazionale degli industriali, palestinese d’origini italiane. E con loro i fratelli Andoni, sempre italiani, proprietari di Radio America, che insieme alle televisioni di Rafael Ferrari (altro italiano) e ad i giornali La Tribuna e L’Heraldo costituiscono la voce mediatica del regime.
La nostra comunità in Honduras supera appena le 500 anime ma è ben collocata nell’elìte economico-politica del paese. Ed è questa stessa elìte che ha deciso di disfarsi, con l’aiuto di giudici, vertici della Chiesa e naturalmente l’esercito, del presidente legittimo Manuel Zelaya, eletto nel 2005 nelle fila del partito liberale.
Costretto ad abbandonare il Paese dai militari e rifugiatosi in Nicaragua, grazie soprattutto alla solidarietà del presidente sandinista Daniel Ortega, Mel (diminutivo con cui viene identificato Zelaya) sta cercando di rientrare nel suo paese, forte della grande mobilitazione popolare comandata dai movimenti sociali honduregni, soprattutto quelli contadini della regione di Olancho, terra d’origine del presidente legittimo.
Abbandonata la via diplomatica, con Micheletti che minaccia di morte il suo predecessore, nel piccolo stato centro americano ci si appresta al ritorno di Zelaya, che gode dell’appoggio della Comunità Internazionale e di paesi del Mercosur, con il presidente venezuelano Chavez come primo sostenitore.
Intanto a farne le spese sono i sostenitori di Mel, vittime di torture, assassinii e sparizioni come succedeva nei paesi governati dalle giunte militari del Plan Condor negli anni Settanta ed Ottanta in Centro e Sud America. Tra le sparizioni c’è anche quella del noto leader di Via Campesina movimento dei contadini che lottano contro il neoliberismo, Rafael Alegrìa, principale esponente e fondatore dei Forum Sociali di Porto Alegre e convinto sostenitore di Zelaya.
La paura del ritorno della Guerra Sporca in Latinoamerica è fondata anche dall’arrivo in Honduras di una vera “internazionale nera” di sicari, torturatori e sequestratori che hanno insanguinato negli anni Settanta paesi come l’Argentina ed il Cile, tutti agenti locali della CIA e addestrati nella famosa Scuola delle Americhe negli Stati Uniti. Tra loro c’è Alejandro Pena Esclusa, neonazista e antisemita venezuelano, direttamente coinvolto nel massacro di Bagua in Perù, dove qualche mese fa vennero sterminati gli indigeni peruviani che protestavano contro il governo di Alan Garcìa.

UN ALTRO MONDO NON È SOLO POSSIBILE È NECESSARIO

UN ALTRO MONDO NON È SOLO POSSIBILE

È NECESSARIO

La passerella mediatica dei potenti della Terra insieme alle loro first ladies è finita. Il risultato è un nulla di fatto ornato da formule vuote (“people first”) e vaghi impegni, ma nessun accordo stipulato in favore dei deboli. Gli otto leaders hanno lasciato inalterato il sistema capitalistico globale che nella sua versione più spietata il liberismo, è responsabile della crisi economica. Questa globalizzazione capitalista ha prodotto più povertà alle popolazioni e alle classi deboli e più ricchezza per i potenti, per le lobby, per gli speculatori. Questi sono gli esiti fallimentari del summit:

CLIMA

Il vertice si è concluso senza nessun accordo vincolante sul clima. Gli otto grandi hanno solo rinviato i problemi climatici alle future generazioni, nel 2050, senza adottare rigidi obiettivi a medio termine, senza alcun investimento nei paesi in via di sviluppo, incolpando Cina e India

In realtà il G8 (con gli Usa al primo posto) sono responsabili della produzione di quasi metà di CO2 nell'atmosfera terrestre e le emissioni inquinanti del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) sono prodotte per la maggior parte sempre da multinazionali occidentali.

Il G5 (Cina, Brasile, India, Messico, Sudafrica) aveva proposto una riduzione del 40% dei gas serra entro il 2020, ma il G8, su pressione delle lobby, ha fatto fallire qualsiasi accordo. Non solo, ma lo stesso giorno in cui al vertice si discuteva sul clima, al Parlamento italiano si votava il ritorno al nucleare contro la volontà popolare del referendum del 1987.

AFRICA E TERZO MONDO

L'Africa, continente ricco di risorse umane e ambientali, è stato depredato per decenni dal “civile” mondo occidentale che, in nome di una pseudo-legalità internazionale, continua a pretendere la restituzione del debito economico accumulato da regimi locali dispotici e corrotti, collusi con lo strapotere occidentale, in seguito ad incessanti acquisti di armi da guerra, i cui principali produttori ed esportatori mondiali sono, non a caso, i suddetti Stati occidentali.

I paesi ricchi hanno stanziato un misero fondo solo per ripulire la loro sporca coscienza, quando non hanno rispettato nulla degli impegni precedenti (Italia per prima), stanziando un quinto dei 15 miliardi di dollari promessi all'incontro della Fao 2008 (mentre nello stesso periodo hanno regalato 96 miliardi alle multinazionali dell'agricoltura). Non si sono toccati i brevetti dei costosissimi medicinali contro l'Aids, malaria e tbc che uccidono milioni di africani ogni anno e non hanno ancora dichiarato l'acqua un bene collettivo naturale inalienabile non soggetto al business del mercato.

REPRESSIONE DEL DISSENSO

Il governo Berlusconi, in linea con la strategia della tensione del passato, ha cercato di criminalizzare il movimento schierando le forze di polizia con l'intento di soffocare brutalmente ogni manifestazione pacifica di dissenso. L'arresto di 21 membri dell'Onda che avevano partecipato al summit dell'Università a Torino e il fermo di 36 studenti all'Università Roma 3 mostrano una violenza poliziesca inaudita contro giovani al di sotto di 25 anni, calpestando i più elementari diritti democratici. L'obiettivo è soffocare una potenziale resistenza globale al sistema ed escludere le masse dalla partecipazione attiva del loro futuro.

Le migliori campagne di sensibilizzazione non si promuovono organizzando eventi di pura retorica e demagogia, ma costruendo dal basso percorsi di lotta, di elaborazione, di riflessione, e di progettazione politica, in cui le masse popolari riescono ad esercitare un ruolo di protagonismo reale, attivo e consapevole, e non quello di semplici spettatori e consumatori passivi.

RIPRENDIAMOCI INSIEME IL FUTURO